Quando soffia il maestrale

Capita spesso durante l’estate che il maestrale soffi forte e diventa difficile stare in spiaggia, così si siamo allontanate dalla costa e ci siamo rifugiate nella Valle D’Itria, stregate dalle infinite distese di ulivi spesso delimitate da muretti a secco, dalle verdi campagne avvolte dal silenzio e dai trulli che sorgono qua e là.

Prima tappa Alberobello, il villaggio costituito da abitazioni in pietra a secco, senza malta, con i tetti dalle silhouette coniche e fiabeschi. Difatti ai Trulli si associano, ancora oggi, significati esoterici e mistici.

Basti guardare i differenti simbolo che sono disegnati sulle “chiancanelle” del trullo: alcuni sono magici e propiziatori, altri sono simboli pagani o cristiani, altri ancora sono legati all’astrologia.

Annoverato tra i borgo più belli d’Italia, Locorotondo è una delle famose città bianche insieme ad Ostuni, Cisternino e Martina Franca.

L’etimologia del nome richiama proprio la struttura urbana del borgo, su pianta circolare ad anelli concentrici sulla quale si snodano le bianche e strette stradine: locus rotundus.

L’essenza di Locorotondo si racchiude in tre elementi; il bianco, i fiori e le cummerse.

Il bianco è ovunque e viene ravvivato dal colori sgargianti dei fiori. L’intero centro storico, infatti, è un’esplosione di fiori, accompagnati da cartelli numerati che indicano i partecipanti al concorso dei balconi in fiore.

La caratteristica di Locorotondo sono i tetti spioventi, qui chiamati “cummerse”, inconsueti per le nostre parti e che ricordano le abitazioni del nord Europa.

Le cummerse nascevano come residenze ed avere un tetto spiovente era utile per la raccolta delle acque piovane, fortemente utili in un territorio di natura carsica.

Al tramonto ci siamo immerse nella suggestiva atmosfera del vigneto Sirose, con i suoi terrazzamenti che abbracciano il borgo di Locorotondo. Nella “sporta”: pomodorini, bruschette e olio d’oliva e abbiamo cenato nella zona a noi riservata.

La vista sulla valle D’Itria è pazzesca e tutt’intorno rose dai vari colori, dal rosa più pallido al rosso più acceso.

La Puglia è veramente uno stato d’animo e basta poco per essere felici.

@WEAREINPUGLIA

Viaggiare a marzo

Ormai ho una consapevolezza: marzo per noi è il periodo ideale per regalarci un viaggio.

Se fossi una sportiva sceglierei probabilmente la neve e la montagna, se fossi freddolosa ( ma lo sono 🙂 ) volerei in qualche destinazione esotica per sfuggire al gelo, ma amo i viaggi itineranti e i road trip che sanno regalare sorprese inaspettate!

Cosi decidiamo di risalire la costa salentina iniziando da Castro 🚗.
I locali sul porto di Castro marina non sono aperti ma poco male. Siamo entrati in un negozio di generi alimentari, abbiamo acquistato alcuni salumi e formaggi, una bottiglia di vino ed il nostro aperitivo, vista mozzafiato, era servito.


Castro vanta numerose leggende e approdi leggendari.
Virgilio sostiene che Enea sia qui approdato a seguito della distruzione di Troia per poi proseguire, via terra, la sua rotta verso il Lazio.

Numerose sono anche i racconti che si susseguono intorno alle splendide grotte di Castro, come la Zinzulusa, luogo in cui una fata liberò una fanciulla dalla tirannia del padre.

Chi pensa che Castro sia solo mare si sbaglia. Basta una passeggiata per essere rapiti dalla bellezza della cittadina, delle sue strade e dei vicoli.

Di certo, non sarà il periodo per fare un tuffo in mare, ma fare una passeggiata in riva al mare con le onde che si infrangono sugli scogli è comunque rigenerante.

Viaggiando verso Nord dopo aver lasciato Otranto, sorge, un angolo di paradiso, Porto Badisco, incastonato nella scogliera.

Proseguendo si incontra la Baia dei Turchi, una spiaggia completamente incontaminata, caratterizzata da una vegetazione che cresce lussureggiante sfumando verso la zona sabbiosa. Si tratta della splendida Baia dei Turchi, che deve al suo nome alla tradizionale storia del luogo in questa popolazione sbarcò durante il XV secolo. La spiaggia si può raggiungere unicamente a piedi.

La bellezza delle acque cristalline e il fascino della spiaggia la rendono una meta assolutamente imperdibile.
Per raggiungere il mare ci si addentra in una fitta pineta a macchia mediterranea e seguendo l’ inconfondibile rumore del mare si giunge su questa lingua di sabbia bianca.


Si potrebbe proseguire il trekking naturalistico🚶‍♀️ sino ai laghi Alimini, Oasi naturale protetta, ricca di vegetazione e biodiversità🌱🍀🌾.

Entrambi i laghi sono alimentati da sorgenti di acqua dolce, grazie alla presenza di falde sotterranee che si formano a monte, e che fanno confluire nelle acque dei laghetti l’acqua raccolta dal terreno durante la stagione autunnale ed invernale, carica di piogge.

E’ un paradiso per i naturalisti quest’area, perchè da sempre questi luoghi, grazie alla presenza dell’acqua e di una vegetazione selvaggia e rigogliosa, sono stati una delle soste obbligate dei flussi di uccelli migratori, che, come gli uomini che partivano per le crociate, si radunano nell’area dei laghi per poi fare il gran balzo che li porterà nei paesi caldi dall’altra parte del mediterraneo, in Africa ed Oriente.

Si consiglia di :

  • consultare il meteo prima di partire 🌬;
  • abbigliamento adatto per il trekking. La gonna in tulle tra i rovi della macchia mediterranea non era particolarmente adatta 🤭😛.

I Faraglioni di Sant’Andrea, sono una tappa obbigatoria.

Si tratta di un monumento naturale, uno spettacolo che toglie il fiato in mezzo alla natura incontaminata che sembra quasi lontana dalla civiltà. Ciò che la rende ancora più bella è il disegno astratto delle sue forme che si alternano tra grotte, archi e insenature.

Ultima tappa, pima di rientrare, la Grotta della Poesia, molto diversa dalle foto istagrammate, credo a causa del vento di scirocco che da una certa ora della giornata non ci ha mollato un attimo.

E voi amate i viaggi invernali? Cosa preferite?


Benvenuti in Puglia
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