Milano vista da Nicole.

Settimana scorsa sono stata a Milano, per uno stage al Kataklo Teatre Accademy. Ero impegnata dalle 9 del mattino alle 17, ma non volevo tornare a casa senza vedere qualcosa di Milano. Così mia madre ha organizzato minuziosamente le nostre giornate dividendole in due parti: la mattina dedicata a Giada e la serata dedicata a me, Giada e la nonna.

Per tale ragione non vi parlerò della Chiesa di S. Ambrogio, del Cenacolo di Leonardo da Vinci o del Museo della Scienza e della Tecnica, tutti sicuramente da vedere, ma di luoghi a misura di ragazzo/bambino, freschi e ombreggiati, perfetti per concedersi un momento di pace dal caldo che ha attanagliato e attanaglia ancora d’estate Milano.

Ho scoperto che Milano è una città in fermento costante che riesce a trasferire anche nei più piccoli questo suo entusiasmo per la cultura e la creatività.

Primo giorno.

Mentre io ero in Accademia, Giada e la nonna sono andate al Parco Avventura, a pochi minuti da Piazzale Corvetto. È una zona verde, con alberi alti dove, imbragati, si passa da una pianta all’altra grazie a piattaforme sospese, ponti tibetani, carrucole, corde e scale. Ci sono percorsi divisi per difficoltà che vengono indicati all’ingresso del parco. Per lei è stato puro divertimento, io posso solo raccontarlo attraverso le sue parole.

Il pomeriggio dopo le 17 ci siamo dirette in centro per cercare di entrare al Duomo o al Palazzo Reale, ma l’impresa è stata ardua poiché la biglietteria chiudeva alle 17.45. Per cui decidiamo di provare l’indomani con l’aiuto da casa: la mamma che acquista on line i biglietti salta fila.

Secondo giorno.

La nonna e Giada decidono di andare ai Giardini Idro Montanelli, uno dei polmoni verdi della città e come prima tappa scelgono di Museo Civico di Storia Naturale. Ci sono ben due piani tutti da scoprire: il piano terra è interamente dedicato agli animali preistorici, soprattutto i dinosauri; il secondo si trovano riproduzioni dei principali ambienti naturali della nostra Terra, dagli oceani agli ambienti tropicali, dalla savana ai poli. Non è un museo interattivo, ma un museo “vecchio stampo” con tanti modelli e tante didascalie attraverso cui scoprire dinosauri e animali.

Sempre all’interno dei Giardini Indro Montanelli, c’è il Planetario Hoepli di Milano, pronto a stupire con le osservazioni del cielo stellato e le spiegazioni dei fenomeni astronomici, fornite dalle guide. Giada era un fiume in piena per tutto ciò che ha imparato sul colore delle stelle e sulla loro temperatura.

La sera, invece, decidiamo di passeggiare in Piazza Duomo e andare al caffè Rabbit, un locale totalmente ispirato alle avventure di Alice: cappelli enormi appesi al soffitto con le teiere, tazzine in ceramica, fiori giganti, orologi e la grande scacchiera.
Sul bancone dei dolci una scritta a led rosa suona come un imperativo: «Follow your cake». Beh !!!!!! non è affatto semplice.

Terzo giorno

Giada e la nonna si dirigono al giardino botanico di Brera. E’ un giardino storico, un museo a cielo aperto dove si intersecano aspetti naturalistici, botanici, estetici e storici.

L’Orto Botanico di Brera, fu voluto dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria ed in breve tempo divenne un luogo di studio e di scienza.

Ma perché non visitare anche il Museo di Brera, si è chiesta la nonna. Ed il passo è stato breve.

Io adoro i musei, camminare fra le loro sale immaginando di passeggiare dentro un libro, dove ogni scultura, ogni dipinto, racconta una storia. A Brera puoi scoprire che un museo non è solo un contenitore di opere ma anche un luogo in cui ci sono persone che si prendono cura delle opere, infatti esiste un’intera sala dedicata al restauro di quadri, a vista.

La sera avevamo finalmente i biglietti per la mostra di Leandro Erlich, al Palazzo Reale.

Oltre la Soglia è un’importante esposizione che raccoglie in un unico percorso 19 importanti opere dell’artista argentino. Le opere sfruttano oggetti della quotidianità, ma con alcuni dispositivi l’artista riesce a ribaltare le percezioni e la realtà.

In Oltre la Soglia si viene continuamente coinvolti e si diviene parte dell’opera. Leandro Erlich vuole infatti coinvolgere lo spettatore attraverso cambi di prospettiva, illusioni ottiche, manipolazione percettiva e scene inaspettate.

Alcune opere che ci sono piaciute sono:

Le Nuvole. All’interno di una teca sono contenute le nuvole. Speciali formazioni, ben illuminate e soffici così come siamo abituati a vederle in natura.

La stanza del porto. Le tre barche davanti a noi, vuote ed illuminate, sono quasi ferme e galleggiano sull’acqua, dondolando lievemente a causa delle onde. Ma siamo sicuri?? in realtà non c’è acqua.

Lost Garden. Qui è riprodotto un piccolo giardino decisamente particolare. Affacciandoti in una delle sue due finestre per sbirciare l’”esternoti troverai a comparire anche alle altre finestre che danno sul giardino.

 Infinite Staircase. In questa installazione ci siamo ritrovate davanti a una scala a chiocciola a grandezza naturale, che si sviluppa però in orizzontale. Si ha la sensazione di guardare verso il basso anziché verso un lato.

Classroom Si tratta di, una stanza semibuia divisa in due parti da un grande vetro, estremamente malinconica. La stanza a cui puoi accedere è estremamente spoglia, dotata solamente di alcuni sgabelli e tavoli che ti invitano a sederti. Girandoti sulla destra, oltre il vetro, potrai notare un’aula scolastica fatiscente, illuminata da una luce fioca. Ci siamo sedute nella prima sala, ma apparivamo  quasi come fantasmi all’interno dell’altra classe, che sembra essere ferma nel tempo.

Hair Salon Sulle porte ci sono gli orari di apertura del salone da parrucchiere e entrandovi ti troverai in una fedele ricostruzione di un salone, con tanto di spazzole, pettini, spruzzini e phon. Ogni postazione dispone di una sedia e di uno specchio, ma mentre gli specchi sui lati esterni riflettono le immagini delle persone, quelli centrali sono solo delle cornici. Sedendoti in queste postazioni non ti vedrai riflesso, ma dall’altra parte troverai una persona differente che ti guarderà in maniera disorientata.

Palazzo. L’opera più bella per noi. E’composta dalla facciata di un palazzo posizionata in orizzontale su cui si erge un enorme specchio posto obliquamente a 45° sugli spettatori. Lo specchio dà l’impressione che le leggi della gravità siano momentaneamente sospese.

Si tratta di un’opera d’arte interattiva, in cui il pubblico è invitato a salire sulla facciata e ad arrampicarsi, dando vita a una vera e propria performance.

Penso che nessuno venga a Milano senza vedere il Duomo. Cosi la nostra ultima sera siamo salite sulle guglie del Duomo per ammirare le sue sculture e per godere di una vista unica su Milano.

Grazie mamma, anche telefonicamente sei riuscita a guidarci in questa avventura e grazie nonna, ormai entrata a pieno diretto nel gruppo delle Rondinelle in Viaggio.