Il lago di Como con i suoi panorami, i monti che si tuffano nel lago, le ville eleganti, i piccoli borghi storici, ha incantato e incanta ancora artisti e scrittori, da Flaubert a Mary Shelley e a Verdi.
Ci vorrebbe un intera settimana per esplorarlo tutto, ma in questo articolo troverete solo dei consigli per trascorrere una giornata al lago, alla scoperta di un piccolo e pittoresco borgo, lungo la strada tra Como e Bellaggio, che reputo imperdibile: Nesso.
Si presenta come un borgo quasi nascosto, appoggiato sulla riva del lago. La gente del posto lo chiama Ness ed ospita una suggestiva gola chiamata “Orrido di Nesso”.

L’Orrido di Nesso è una stretta e profonda gola naturale, modellata nei secoli dallo scorrere incessante dell’acqua. All’inizio della gola si trova una bellissima e spumeggiante cascata creata dalle acque dei fiumi Tuf e Nosée. Dalla sua cima fino alla base, la cascata crea un bellissimo salto d’acqua con un dislivello di 200 metri.
Prima di scendere verso il lago, in Piazza Castello, troverete un belvedere che vi regalerà una splendida vista dall’alto sull’orrido, sull’antico ponte e sul Lago di Como.

La vista più bella si ha però dall’antico Ponte della Civera, di origine romana. Per raggiungerlo dovete lasciare l’auto lungo la strada e scendere a piedi attraverso l’antica gradinata (oltre 340 gradini) che arriva direttamente al lago, dove dolcemente si inabissa. Prendetevi qualche minuto, sedetevi sui gradini e osservate il lago godendovi il silenzio di quel luogo cullati dal suono dell’acqua.


Passando sotto un piccolo portico in pietra si raggiunge il ponte dal quale si apre una panoramica sulla gola. Il panorama è mozzafiato, è qui che i torrenti Tuf e Nosè si uniscono e formano una cascata che precipita nella suggestiva gola.

E’ tempo di risalire la scalinata e perdersi per quei vicoli stretti che caratterizzano Nesso. Ma con molta calma, ricordate che ci sono 340 scalini.


Il borgo di Nesso è attraversato dall’antica Strada Regia, un sistema di sentieri e di mulattiere un tempo utilizzati da pastori e abitanti per spostarsi tra i borghi posti alle pendici del Triangolo Lariano. Oggi questa antica strada è diventata un percorso pedonale e ciclabile, lungo più di 30 chilometri.
Risaliti in macchina, costeggiamo il lago sino a giungere a Bellaggio. La sua posizione, sulla punta del lago da cui si dividono i due rami, quello di Lecco e quello di Como, ne ha disegnato la storia.


Quello che ho più amato del centro storico è la sua rete di vicoletti che si arrampicano a gradoni su per il promontorio, fra passaggi e portici. Sono pieni di negozietti, pizzerie e ristoranti. Ora la maggior parte delle attività è chiusa, la vita turistica riprende a marzo e il borgo è in stand by. Questo non ha tolto nulla alla nostra visita.


La passeggiata sul lungolago è rigenerante.

Nel 1700 il turismo ci ha regalato splendide ville immerse in parchi da favola, dove l’aristocrazia lombarda trascorreva le sue vacanze. Queste antiche ville, con i loro bellissimi parchi sono chiuse purtroppo. E’ lo scotto da pagare quando si viaggia in bassa stagione.
Abbiamo, allora, deciso di solcare le acque del lago di Como e di raggiungere velocemente una delle tante celebri destinazioni che si affacciano sul Lario: Menaggio. Una bellisssima cittadina, non troppo affollata, con un bel centro storico direttamente appoggiato sulla sponda del lago.

Il centro storico è veramente piccolo e concentrato in una manciata di vie intorno a piazza Garibaldi. Vale però la pena vedere tutto ciò che lo circonda, partendo dal lungolago.
Sarà che l’immagine romanzata del lago di Como è impressa nei miei ricordi di studentessa e che la descrizione di Manzoni: “Quel ramo del lago di Como” riecheggia spesso che tornare qui è sempre magico, anche solo per una giornata.
