On The Road: Agrigento

Uno dei luoghi che più volevamo vedere durante il nostro viaggio in Sicilia, on the road, era la splendida Valle dei Templi. Un luogo ricco di storia che abbiamo avuto la fortuna di visitare con pochi turisti, respirando completamente l’essenza, il silenzio e la magia.

Si narra che furono gli abitanti di Gela, nell’intento di espandere il proprio dominio verso occidente, a porre le prime pietre sul suolo di Agrigento. Così i gelesi, per lo più coloni provenienti dalle isole di Creta e Rodi, scelsero di costruire la città di Akragas tra due fiumi, in un territorio che confina col mare, protetto da mura naturali di roccia. Lo sviluppo della polis fu repentino e ben presto diventò quella che Pindaro definì “la più bella città dei mortali”.

Tutto è rivolto ad Oriente in questa valle, verso il Monte Olimpo. Il Tempio di Giunone non è il tempio meglio conservato del sito archeologico tuttavia la sua maestosità è ammirabile già dai primi gradini. Le colonne doriche, che un tempo celavano i sacrifici umani in onore della divinità, sono davvero tra le più affascinanti della Valle dei Templi

Costruito intorno al 450 a.C. è stato intitolato a Giunone, poiché al suo interno era custodito un quadro che si presume raffigurasse la Dea protettrice delle donne e della fertilità femminile, moglie e sorella di Zeus. Il Tempio della Concordia è il simbolo di questo luogo magnifico ed il meglio conservato, non solo di tutto il sito archeologico della Valle dei Templi ma, fra tutti i templi dorici tuttora esistenti, assieme al Partenone di Atene.

Dietro al suo nome è celato un mistero: erroneamente è stato intitolato alla Concordia, in realtà non si sa a quale divinità fosse dedicato.

Ha resistito a terremoti, battaglie, dominazioni e, in tempi più recenti, anche a bombardamenti. Di certo, si sa che il tempio si è salvato da un triste destino di distruzione solo grazie alla sua conversione in chiesa cristiana, a metà del 6° secolo d.C.

Di fronte a lui giace la scultura di Icaro Caduto, realizzata dallo scultore polacco Igor Mitoraj. La statua rappresenta la caduta di Icaro che, non ascoltando le raccomandazioni del padre Dedalo, volò troppo vicino al Sole, bruciandosi così le sue ali di cera e precipitando nel Mediterraneo.

In fondo al percorso principale c’è il Giardino della Kolymbethra, una piscina utilizzata in età romana per giochi acquatici e succesivamente trasformata in una ricca area coltivabile.

Un itinerario forse meno monumentale ma altrettanto interessante e persino emozionante sono state le necropoli paleocristiane, di età tardo antica e alto-medievale, che comprendono un’ampia area cimiteriale articolata in diversi settori: i loculi ricavati nel muro di fortificazione di età greca, il vasto cimitero all’aperto con tombe scavate nella roccia e una grande catacomba comunitaria.

Le grotte funerarie riutilizzano in alcuni casi le cisterne di epoca greca che conservavano l’acqua e i cereali. Alcuni spazi erano impiegati per il rituale funerario collettivo del pasto funebre (refrigerium) consumato dai parenti in occasione della deposizione o della commemorazione dei defunti.

La Catacomba Fragapane

Agrigento è anche ben rappresentata dalla Scala dei Turchi, una meravigliosa scalinata di marna calcarea bianca che si immerge nel mare blu cristallino di Sicilia. È forse la più conosciuta tra tutte le spiagge della provincia di Agrigento ed è uno dei luoghi più belli della Sicilia, per la sua imponente struttura che ricorda appunto una scalinata che sembra disegnare un paesaggio lunare.

Nel corso dei millenni, la Scala dei Turchi si è formata dall’accumulo di sedimenti minerali trasportati dal mare. L’acqua e il vento hanno poi modellato i suoi rilievi, dando origine a queste sorprendenti scale naturali.

La Scala dei Turchi prende il nome dai pirati Saraceni, impropriamente chiamati Turchi dalle popolazioni locali, che nel ‘500 usavano approdare sulla particolare formazione rocciosa per saccheggiare i villaggi della costa come l’attuale Realmonte.

La parete fatta a gradoni, da cui appunto il nome “scala”, rendeva facile l’approdo dal mare per le azioni piratesche, in un punto riparato dai venti e probabilmente anche poco controllato.

Abbiamo amato sin da subito il nostro viaggio, sin dai primi appunti lasciati sparsi su fogli bianchi e che pian piano prendevano forma. Il fascino di questa terra è un misto di odori che sanno di mare, di terra, di buon cibo e di vino che il vento porta con se avvolgendoti.