Nardò

Avrete di certo capito che il salento è la mia meta preferita in questo periodo 🙂 Oggi vi porto nell’antico borgo di Nardò, un luogo incantevole.

L’origine della città è molto antica e l’etimologia del nome deriva dalla parola illirica nar, che significa “acqua”. 

In effetti, una delle tante leggende legate alla sua fondazione è che la città sia emersa da un colpo di zoccolo sul terreno di un toro, proprio nel punto in cui aveva trovato l’acqua.

La Fontana che rappresenta questa leggenda si trova in Piazza Salandra, forse una delle piazze barocche più belle e allo stesso tempo più sorprendenti del Sud Italia.

La Piazza è un vero e proprio tripudio di arte che ospita diversi edifici barocchi. Al centro domina l’imponente Guglia dell’Immacolata, costruita in carparo (pietra locale) e alta 19 metri, suddivisa in livelli e ognuno di questi è ricco di festoni, decorazioni floreali e statue, per culminare con la statua della Vergine posta in cima. Un capolavoro!
La Piazza è il cuore pulsante della città ed è resa ancora più importante dalla presenza dei numerosi monumenti che la circondano, di rilevanza storica ed architettonica.

Poco distante si trova la Chiesa di San Domenico, con la sua facciata barocca divisa in due ordini: quello inferiore che rappresenta il mondo pagano, mortale ed effimero e quello superiore che rappresenta la Fede, la contemplazione e dell’eternità.

Prendendo via Duomo si giunge alla Cattedrale di Santa Maria Assunta, fondata nel VII secolo sulle basi di un’antica chiesa basiliana. La facciata è stata resa molto semplice, mentre l’interno al contrario è sorprendente:  un antico crocifisso nero in legno di cedro che risale al XIII secolo, preziose tele attribuite ad artisti meridionali e una serie di affreschi sotto l’abside, davvero meravigliosi!


Si racconta che i saraceni, nel 1255, devastarono la cattedrale di Nardò, tentando di bruciare la statua del Crocifisso, ma mentre la statua veniva portata fuori dalla Cattedrale urtò contro il portale. si ruppe un dito della mano sinistra da cui uscì un fiotto di sangue. I Saraceni spaventati da quel segno divino lasciarono la città.

Il centro storico di Nardò è ricco di viuzze con eleganti palazzi barocchi, corti, scorci affascinanti, piazzette, portali in pietra leccese intagliati e chiese. Un’altra caratteristica peculiare architettonica sono i numerosi archi sparsi per la città.

Nardò è sempre stato un rifugio ospitale e sicuro per vari ordini monastici e persone di varie religioni e le suore Clarisse che cercarono rifugio all’interno delle mura della città, fondarono il monastero nel 1265. La città ospitò più di 100 mila sopravvissuti ai campi di concentramento. 

La comunità di Nardò li ha accolti calorosamente e li ha assistiti nonostante le loro difficili condizioni, indeboliti e scoraggiati da anni di guerra. 

Dopo anni di prigionia, ai rifugiati ebrei fu data la possibilità di praticare liberamente la propria religione e le proprie tradizioni nella Sinagoga allestita a Santa Maria al Bagno, la località balneare di Nardò

Proseguendo la passeggiata incontriamo il Castello Acquaviva. Le prime notizie sul castello risalgono alla seconda metà del XV secolo, quando la sua edificazione segnò il passaggio dalla dominazione angioina a quella aragonese, che in città coincise con l’affermazione della famiglia Acquaviva. Probabilmente l’edificio fu concepito come ampliamento di una costruzione precedente, e si caratterizzò con un impianto quadrangolare cinto da mura e circondato da un profondo fossato. Il maniero era completato agli spigoli da quattro massicci torrioni a mandorla sporgenti. Il Castello perse parte della sua consistenza quando fu oggetto di un decisivo rimaneggiamento che lo portò alla trasformazione in residenza civile della famiglia Personè tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX secolo.

Il Castello fa parte di un progetto di valorizzazione del territorio: “Eclettico” è il nome del progetto. Il concetto è pensato per esprimere i molti volti che ha assunto il castello dal Medioevo all’età contemporanea. Il visitatore, subito stupito dalla facciata eclettica, verrà coinvolto dalle diverse realtà che fanno dell’antico maniero un puzzle, che rispecchia il territorio in tutte le sue “eclettiche” sfaccettature.

All’interno del “Torrione dell’Innamorato”, al piano terra, è ospitato il Museo della Civiltà Contadina e delle Tradizioni Popolari, in cui sono esposti strumenti, arredi, attrezzi da lavoro e fotografie. Una ricostruzione parziale di una tipica abitazione della prima metà del Novecento, una serie di plastici che riproducono monumenti e chiese antichi della città. Mentre al piano terra, troviamo la Mostra Permanente di unpoeta e studioso salentino. Le guide tutte molto disponibili e preparate. Il biglietto per vedere il castello, il Museo e la mostra permanente solo € 7,50.

Situato accanto al Castello, c’è un orto botanico ottocentesco tra più antichi del Salento. Qui si possono trovare piante rare e collezione di specie floristiche autoctone.

A pochi km da Nardò la deliziosa località balneare di Santa Caterina al Bagno, dove abbiamo pranzano.  La scogliera è coperta da un grande prato e consente di passare ore piacevoli, stesi con lo sguardo che si perde nel blu.

La spiaggia è sovrastata dalla torre, situata su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare. Venne eretta nella seconda metà del XVI secolo con funzioni difensive su progetto del viceré spagnolo che redasse un sistema di controllo delle coste della penisola salentina, contro gli attacchi dei saraceni. L’interno, costituito da due ambienti sovrapposti, è provvisto di cisterna per l’approvvigionamento dell’acqua; il piano terra era adibito al deposito delle scorte, il primo piano, diviso in quattro ambienti, era utilizzato come abitazione dei cavallari (così venivano chiamate le guardie che presidiavano la torre e in che in caso di eventuali arrivi di pirati lo segnalavano ai paesi dell’entroterra utilizzando il cavallo

All’ora preferita della sera siamo saliti alla torre di avvistamento ed è stata magia.

Siamo veramente circondati da tanta bellezza e condividerla con chi ama le stesse cose è magia.

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