Nel nostro girovagare per il territorio Cilentano ci siamo ritrovati in luoghi suggestivi ed incantevoli.
Dopo aver lasciato Paestum e partiti alla direzione di Camerota, ci siamo imbattuti nel fiume Mingardo, quasi alla fine del suo percorso, esattamente all’ingresso della “gola del Diavolo” nel territorio di San Severino di Centola.
La natura qui è ovunque, nel verde intorno al paese, nelle fresche sorgenti che irrigano la valle e nel bellissimo mare.


Dopo aver sfiorato queste gelide acque ci siamo diretti verso Marina di Camerota, un pittoresco paese di pescatori nel cuore del Parco Nazionale del Cilento.
La gita in barca permette di vivere l’incanto di una natura incontaminata, con le sue piccole baie, le grotte e le piccole spiagge. Abbiamo iniziato il tour con Cala Fortuna, Gotta degli innamorati, Grotta Azzurra e tante altre.

Per noi le piu belle sono state:
-Cala Bianca, una piccola spiaggetta che deve il suo nome al colore bianco dei ciottoli presenti sull’arenile che donano uno spettacolo unico per chi osserva la spiaggia dal mare cristallino;

– Grotta delle Naglie che prende il nome dalle stalattiti e stalagmiti presenti all’interno, rassomiglianti a salciccie piccanti locali. Questo luogo ha rivestito la funzione di magazzino da pesca fino al 1936 e qui si rifugiavano i marinai, quando si praticava la pesca del tonno;
-La baia degli Infreschi, un’insenatura naturale, delimitata da scogliere rocciose, con un mare limpidissimo e dalle diverse tonalità.





La sera a cena, in una trattoria, abbiamo avuto un suggerimento e prima di andare per i “Capelli di Venere” abbiamo deviato per le Grotte del Bussento, un’Oasi del WWF.

L’entrata nel sito naturalistico è abbastanza anonima e non lascia presagire nulla dello spettacolo che da li a poco si sarebbe mostrato ai nostri occhi.
Raggiunta una scalinata che scende ripida, si apre l’incanto: un canyon rivestito da lussureggiante vegetazione, un ruscello dalle acque cristalline, sorgenti, cascate e un antico mulino.


Un’operatrice molto gentile ci ha spiegato il funzionamento delle chiuse per far girare la ruota e come venivano macinate le castagne per farne la farina.
E poi, altre cascate, altri laghetti, fino a quando arriviamo alla grotta dove si assiste alla risorgenza del fiume carsico Bussento. Un vero spettacolo della natura. Uno di quelli che ci fa sentire piccoli piccoli di fronte alla magnificenza del creato.


Qui risorge il fiume Bussento, dopo oltre 4 km nelle viscere delle terra.
Si tratta dell’unico fiume dell’Italia peninsulare con un tragitto sotterraneo così lungo, iniziato nei pressi del vicino borgo di Caselle in Pittari, dove sparisce in un gigantesco inghiottitoio.
Alla Grotta si accede tramite un portale enorme alto 320 metri e largo 10. Un percorso attrezzato sui gradoni delle pareti laterali conduce fino ad un ponte in legno che scavalca il corso del fiume, consentendo di affacciarsi su un ramo fossile della grotta che si sviluppa per oltre 50 metri.
Dopo l’Oasi del WWF ci siamo immersi nella leggenda dell’Oasi Capelli di Venere.

Si narra, infatti, che un giorno la dea Venere, per darsi ristoro dal caldo e trovare un po’ di pace si recò in questa meravigliosa oasi. Un giorno si trovò a passare un pastore con il suo gregge. L’uomo udì la voce suadente di una fanciulla che si dilettava a cantare e a ballare e perdutamente se ne innamorò. Amava tutto di lei, la sua voce, i suoi occhi ma soprattutto i suoi lunghi capelli biondi. Così una notte, mentre Venere dormiva, si avvicinò e ne tagliò una bella ciocca. La dea si svegliò di soprassalto ed arrabbiata per quel vile gesto, tramutò quella ciocca in acqua che immediatamente scivolò dalle mani dell’uomo, aumentando di intensità e di volume tanto da annegarlo. Venere comprese l’amaro suo gesto e l’amore e decise di trasformare quelle acque in cascate.

Il cilento è veramente una meravigliosa terra, dal fascino particolare, tra miti, leggende, mare e un bellissimo entroterra.
Voglio percorrere le dolci colline e le città abbarbicate alla roccia e rivedere il sole tramontare come una palla infuocata che si tuffa nel mare.
E mentre lasciavo questi luoghi per tornare a casa, pensavo: “Qui voglio proprio tornare”. Perché qui ci sono ancora tanti gioielli da scoprire.
Voglio ripercorrere le dolci colline e rivedere le città abbarbicate alla roccia. Voglio rivedere il sole tramontare come una palla di fuocata che si tuffa nel mare.

