L’Abbazia di Cerrate è l’unico bene dei Fai in Puglia, assolutamente da visitare.
Un Manoscritto greco del 1154 fa risalire l’Abbazia a Boemio D’Altavilla, principe di Taranto. Il principe individuò, per la fondazione dell’Abbazia, un luogo dove già esisteva un insediamento rupestre di monaci greci.
Ma la tradizione leggendaria attribuisce la fondazione a Tancredi D’Altavilla, personaggio della storia medioevale leccese avvolto nel mito.
Costui avrebbe costruito l’Abbazia dopo l’apparizione della Madonna, che inseguiva un cervo in una grotta (da qui il nome Cerrate).

Trasformata poi in un monastero bizantino, e grazie alla sua posizione strategica, divenne presto uno dei piu importanti monasteri dell’Italia Meridonale.
Con il passare del tempo, l’Abbazia fu tramutata in masseria e successivamente saccheggiata dai pirati turchi per rimanere abbandonata per secoli.



Intorno alla chiesa, un antico pozzo, un frantoio apogeo per la produzione dell’olio e un frutteto.
Nel 2016 la scoperta di uno stampo eucaristico unico nel salento, utilizzato per la timbratura del pane benedetto.

Dopo la visita a Cerrate non potevamo non fare un salto a Lecce.
Vi ritroverete ad ammirare archi e palazzi dalle incredibili caratteristiche, decorati con una sorta di linea immaginaria che pone nella parte superiore figure angeliche e divine, e in quella inferiore personaggi e figure prettamente pagane.

Cosi con lo sguardo all’insù troviamo sull’angolo di un palazzo, in via Federico D’Aragona, una piccola testa di donna che racconta l’amore perduto.
La leggenda narra che sia stata commissionata da un ragazzo dopo la morte della donna di cui era innamorato (che abitava di fronte all’edificio) per poterla vedere sempre.

Lasciamo questa particolare leggenda e ci dirigiamo verso Piazza Duomo. E’ sera e la pietra leccese sfoggia i suoi colori più belli, complice Luna.


Piazza Duomo è il cuore religioso della città, ha un solo punto d’accesso e questo la rende unica come Piazza. La peculiarità del Duomo è anche la presenza di due facciate.
La ricostruzione della Chiesa in stile barocco leccese e del campanile sono legate all”evento della peste che aveva colpito Napoli nel 1656 e aveva miracolosamente lasciato incontaminato la Terra d’Otranto.
Tale miracolo venne attribuito all’intercessione di Sant’Oronzo ed il Vescovo Pappacoda sostenne l’elevazione del Santo a protettore della città, riconquistando cosi la gestione del sacro in un momento travagliato e legando il suo nome in modo indissolubile alla storia religiosa e culturale della città.
Il Campanile risulta separato dal corpo della cattedrale e determina rapporti spaziali dall’effetto ottico a dir poco teatrali, trovandosi in proporzione solo quando ci si trova d’avanti all’ingresso laterale.
Passeggiando in Lecce è facile imbattersi in luoghi nascosti e non molto blasonati, tra questi il Museo Faggiano.
Trattasi di un palazzo storico. Nel 2001 il proprietario dell’immobile fu costretto a rompere la pavimentazione allo scopo di cambiare i tubi che procuravano umidità ai muri. E fu proprio durante i suddetti lavori che iniziarono a riaffiorare testimonianze storico-archeologiche di notevole interesse.


Ed ecco che un palazzo storico, per caso, si trasforma in un museo.
Quando vieni a Lecce inizia camminare, perditi tra i vicoli, alza gli occhi al cielo per ammirare i balconi barocchi, gli splendidi palazzi, perchè come ha detto qualcuno Lecce si visita con il naso all’insù.
I luoghi della Puglia sono straordinariamente suggestivi, ricchi di storie e sfumature che profumano di semplicità e attrazione fatale per i visitatori, a tutto ciò se si aggiunge una descrizione sublime e meticolosa, rendono i nostri luoghi unici..
Complimenti a chi narra i nostri paesaggi
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Grazie Giuseppe 🙂
Basta veramente poco per restare meravigliati da ciò che ci circonda.
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